Arcigay con gli studenti!

Arcigay esprime solidarietà al movimento degli studenti che si oppone alla riforma ideata dal Ministro Gelmini. A Cremona una delegazione di Arcigay La Rocca parteciperà alla manifestazione studentesca di giovedi 30 ottobre 2008 (partenza da Via Palestro alle ore 8.00) per una scuola pubblica, laica e di massa.

Comunicato stampa Arcigay del 24.10.2008

SOLIDARIETÀ AGLI STUDENTI

Arcigay esprime la propria solidarietà al movimento di studenti, insegnanti, presidi, rettori e genitori che sta animando il dibattito sulla nuova Riforma della scuola ideata dal Ministro Gelmini.

Tutti i governi dell’occidente, conservatori e democratici, non osano mettere in discussione il principio universale del “nothing about us without us!”Non si fanno politiche senza coinvolgere i diretti interessati, le parti sociali, gli studenti, gli insegnanti, i genitori.

Non si promuove il cambiamento senza la partecipazione. E la giovane moltidudine che si è riversata nelle piazze di tutta Italia è il simbolo più evidente di una generazione che non accetterà una sola decisione in più presa sulla propria pelle.

I tagli che il governo ha deciso sul sistema scolastico devono essere fermati perché sotto intendono una privatizzazione e una dismissione del sistema pubblico che nessuno vuole. Dismettere un modello scolastico di valorizzazione delle competenze e delle differenze, proponendo invece un “maestro unico” alle elementari, o “l’esame culturale di integrazione” per i giovani migranti, creano i fondamenti per un sistema scolastico delle disuguaglianze.

Si apre così la strada a un modello di società “all’americana” in cui avrà accesso alla scuola chi se lo può permettere e soprattutto in cui un istituto paritario potrà in futuro stabilire i criteri di merito e di accesso: in base al colore, al credo religioso, alle abilità, alle condizioni sociali.

Da questi presupposti sono nati in Olanda agli istituti di promozione del fondamentalismo islamico, negli USA gli istituti teo-con che insegnano il creazionismo o che negano l’accesso a studentesse e studenti omosessuali, disabili, di diverso credo o convinzione.

Per questo Arcigay condivide la battaglia che migliaia di cittadini conducono oggi per una scuola aperta, partecipata, libera, inclusiva verso tutte le diversità.

Crediamo che la scuola offra un punto di osservazione privilegiato per valutare lo stato di salute dei diritti nella società in cui viviamo; e noi lesbiche, gay, bisessuali, transgender abbiamo sperimentato sulla nostra pelle come la scuola di oggi sia una grande palestra di educazione alla cittadinanza, ma anche un laboratorio dove si riproduce quotidianamente l’arte della prevaricazione e della violenza.

Da anni Arcigay incoraggia esperienze positive di attività formative curricolari ed extra curricolari con istituti e insegnanti. Serve rinforzare queste ecsperienze positive e non procedere a tagli indiscriminati di risorse umane ed economiche alla scuola.

Cercheremo, laddove possibile, di partecipare alle manifestazioni con una nostra delegazione.

Aurelio Mancuso – Presidente Nazionale Arcigay
Fabio Saccà – Responsabile Rete Arcigay Giovani


LA SCUOLA DEVE ESSERE PUBBLICA, LAICA E DI MASSA. DIFENDIAMOLA!

Cari studenti, cari insegnanti e cari tecnici, impiegati e collaboratori scolastici,come si è potuto apprendere più dall’opinione pubblica che dai media, è in atto in tutta Italia, una compatta mobilitazione, espressione diretta e sincera di un generale malcontento diffuso in tutti gli edifici scolastici, da parte di quelle componenti che si trovano a dover far fronte ad una riforma totale della scuola pubblica. Essa parte dai decreti legge (e vogliamo sottolineare la parola “decreto” che sta ad indicare un provvedimento immediato preso dal Governo in condizioni di estrema necessità senza essere minimamente sottoposto all’attenzione del Parlamento) dei Ministri Tremonti (decreto già convertito in legge) e Gelmini. i quali hanno ritenuto necessario provvedere ad un taglio di 8 000 000 000 di euro alla scuola pubblica, sino al disegno di legge Aprea, che propone una metamorfosi della scuola pubblica in fondazione supportata da sponsor di privati che entreranno direttamente a far parte dell’amministrazione dell’istituto finanziato.

Inoltre il decreto 137 Gelmini, propone un ritorno al maestro unico nelle scuole elementari, fiore all’occhiello dell’istruzione italiana, riducendo le ore di lezione a 24 settimanali. Ci ricorda il Ministro che sarà comunque tenuta in considerazione la necessità dei genitori di usufruire del tempo pieno, anche se non specifica le modalità. A questo punto sorge spontanea una domanda; a fronte delle norme inserite nell’ultimo articolo, dove si specifica che dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, come sarà possibile garantire ai genitori la presenza di un maestro che prolunghi la sua giornata lavorativa senza essere retribuito? Semplice, il pagamento di quelle ore sarà a carico delle famiglie.

E poi come è possibile che alcuni maestri elementari che insegnano da anni una determinata materia, ed hanno affinato un metodo di insegnamento personale si trovino da un momento all’altro a dover insegnare tutte le materie, comprese quelle che necessitano un aggiornamento continuo e che non sono obbligatoriamente comprese nella cultura della tal persona come ad esempio l’inglese e l’informatica? Anche alle medie inferiori la Ministra ha scelto di lasciare da parte le importanti scoperte pedagogiche per introdurre la valutazione in decimi.

Ma ciò che è ancor più grave è il ddl Aprea mirato a riformare da capo a piedi il sistema scolastico italiano. Innanzitutto come è scritto sopra, è consentita la possibilità alle scuole pubbliche statali di trasformarsi in fondazioni finanziate da privati. La scuola pubblica, laica e di massa, grande conquista storica e sociale della nostra Costituzione, viene ridotta a fondazione dove è garantito non il diritto all’istruzione ma al libero apprendimento esonerando così lo stato dal compito essenziale di formare una cultura che garantisca a tutti la capacità di pensiero critico e delegando questo importantissimo compito, basilare per la formazione di una società pensante e non manipolata, nelle mani dei dirigenti scolastici e dei privati che prenderanno parte alla gestione della scuola grazie ai finanziamenti. Saranno inoltre riformati gli organi collegiali che, al fine di garantire una maggiore efficienza, si differenzieranno di istituto in istituto, ledendo così gli importantissimi diritti di rappresentanza attiva che le battaglie studentesche del ’68 avevano conquistato.

Il 30 ottobre scenderemo in piazza non soltanto per rivendicare i nostri diritti di studenti ed avere l’opportunità di esprimere la nostra opinione, ma anche al fianco di tutti i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, si parla infatti di un taglio di 84 000 insegnati e di 44 000 tra tecnici e collaboratori, al fianco di tutti i maestri elementari che saranno costretti a rivoluzionare il loro metodo di insegnamento consolidato negli anni, al fianco di tutti coloro che non resistono a rimanere con le mani in mano mentre un governo si permette di equiparare la scuola ad un’azienda dove ciò che conta di più è il grado di apprezzamento degli utenti, dove il dirigente scolastico può permettersi di assumere e licenziare i docenti fregandosene della pluralità delle idee che deve caratterizzare un insegnamento davvero edificante. Scusateci ma noi non resistiamo ad una politica che pone l’economia alla base della società permettendosi di sconvolgere drasticamente il sistema scolastico, quando è proprio sulla scuola che si costruisce il futuro della società, perché ricordiamoci che senza istruzione e cultura non possiamo ritenerci liberi e se esse diventano privilegi riservati soltanto a chi se li può permettere, abbiamo il coraggio di alzare la voce e di prendere in mano il nostro futuro. 

LA SCUOLA PUBBLICA NON SI TOCCA, LA DIFENDEREMO CON LA LOTTA!

Movimento studentesco di Sinistra.

Via Speciano, 4 CREMONA
Tutti i giovedì dalle 14.30. Ti aspettiamo!

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