Dibattito su coppie di fatto a Casalmaggiore

Negli ultimi giorni è tornato ad accendersi a Casalmaggiore il dibattito sulle coppie di fatto, grazie agli interventi di Lorenzo Lupoli, vicepresidente di Arcigay La Rocca. Il quotidiano Cronaca, di cui riportiamo gli articoli, ospita ormai quotidianamente il confronto a distanza tra Lupoli ed il sindaco Toscani.

31 gennaio 2007

CASALMAGGIORE – È un botta e risposta serrato e senza peli sulla lingua quello che si stanno scambiando in questi giorni Lorenzo Lupoli, esponente dell’Arcigay e di Rifondazione Comunista, ed il sindaco di Casalmaggiore, Luciano Toscani. Di grande attualità gli argomenti oggetto del confronto: coppie di fatto e celebrazioni del Giorno della Memoria. La discussione attorno al riconoscimento delle unioni di fatto non sono pertanto solo al centro della scena nazionale. Anche a Casalmaggiore da tempo – vale a dire da quando sono parti i lavori di redazione dello statuto comunale – la questione non ha mancato di suscitare dissidi interni alla maggioranza ed alla stessa commissione la cui attività si è bloccata proprio sul tentativo di trovare una mediazione tra l’anima cattolica e quella più marcatamente di sinistra.
Da qui la critica di Lupoli rivolta alla maggioranza accusata di non “volersi mettere in gioco”. Soprattutto sul registro delle coppie di fatto rispetto al qual l’esponente dell’Arcigay ha invitato ad un confronto aperto a tutte le posizioni. “Su temi come la famiglia non è certo con l’Arcigay che mi confronto” aveva a sua risposto il primo cittadino. Una presa di posizione dallo stesso Lupoli, che precisa di intervenire a titolo personale, definita “uno scivolone di quelli inaccettabili”. “Nessuno vuole indebolire la famiglia. La famiglia è già in crisi su più fronti. Si tratta di confrontarsi anche su queste forme di unione”. Tipologie di rapporti basati sull’affettività tra persone che, inutile negarlo, non possono più essere ignorate. Forse Toscani “si sente minacciato ma non sarà certo lui a fermare le iniziative di Arcigay e Rifondazione” su questo fronte. Riguardo alla Giornata della Memoria pur riconoscendo il lavoro portato avanti dal professor Giorgio Lipreri, consigliere di maggioranza, e del professor Stefano Prandini, Lorenzo Lupoli ha ricordato che “nei campi di concentramento sono finiti anche numerosi omosessuali, aspetto che non è mai stato affrontato in relazione al Giorno della Memoria”.


31 gennaio 2007

CASALMAGGIORE – Non è di certo passata inosservata l’uscita di Lorenzo Lupoli, esponente dell’Arci e di rifondazione comunista, che nei giorni scorsi, dalle colonne del nostro quotidiano, senza mezze misure ha voluto fare alcune puntualizzazioni in ordine all’amministrazione comunale in carica. Amministrazione che spesso vuole “mettere il bavaglio a chi esce da certi binari che non siano quelli previsti”. Amministrazione che non prende posizione rispetto alle coppie di fatto. Amministrazione che non ha fatto nulla in occasione della Giornata della Memoria. Queste le osservazioni rivolte dal giovane casalese al governo Toscani. Osservazioni rispetto alle quali il sindaco ha prontamente replicato. Pure lui senza mezze misure. “Nessuno ha messo il bavaglio a nessuno. Lupoli non può scambiare il ‘mettere il bavaglio’ con il non essere d’accordo su certe proposte. Tutti in consiglio comunale possono fare delle proposte che possono anche non essere condivise. Questa è la regola della democrazia”. Queste le parole
usate dal primo cittadino ricordando a Lupoli che “erano altri i tempi in cui veniva messo il bavaglio” ed invitandolo a “studiare geografia politica poiché sono ancora diversi i Paesi in cui il bavaglio è all’ordine del giorno”. Toscani è stato altrettanto deciso e chiaro in ordine alla questione “coppie di fatto”. “Su certe questioni – aveva dichiarato il giovane esponente dell’Arci – quest’amministrazione sembra che non voglia mettersi in gioco” auspicando un tavolo di confronto attorno al quale su questo tema possano intervenire tutti. Ma il sindaco, anche su questo fronte, è di prospettive ben diverse. “Su temi come la famiglia non è certo con l’Arcigay che mi confronto. Decido io con chi confrontarmi” ha tagliato corto Toscani sulla questione, ferma al palo, nell’ambito della commissione statuto, da mesi.


29 gennaio 2007

CASALMAGGIORE – Quando si alza una voce fuori dal coro subito si cerca di metterla a tacere. In estrema sintesi è questo il senso delle dichiarazioni rilasciateci ieri pomeriggio da Lorenzo Lupoli, figlio del consigliere di minoranza Adamo Lupoli, nonché iscritto al partito di Rifondazione Comunista ed esponente dell’Arci. “Parlo a titolo personale – tiene a sottolineare subito – e non solo per difendere mio padre del quale condivido l’idea che troppo spesso questa amministrazione voglia mettere il bavaglio a chi esce da certi binari che non siano quelli già previsti”. “A testimonianza di quanto dico – continua – oltre all’esempio di mio padre, posso riportarne anche altri. Penso ai consiglieri di maggioranza Carlo Sante Gardani o Angelo Angilini, quante volte sono stati messi a tacere? E’ un modo di fare che proprio non mi piace. Su certe questioni sembra che proprio che questi amministratori non vogliano mettersi in gioco”. Un esempio per tutti: il registro delle coppie di fatto. “Sono sei mesi che lo statuto è fermo – dice Lupoli – arenato proprio sulla questione delle coppie di fatto. Sarà mai possibile? Non si vuole prendere una posizione. Le associazioni come l’Arci e l’Arcigay si muoveranno nei prossimi mesi, ma la sensazione è che su certe tematiche come non c’è un governo “amico” a livello nazionale e altrettanto accade a livello locale”. “Dal canto mio – continua – auspico che la cosa venga affrontata ed auspico anche che quando sarà il momento di confrontarsi non si chiami solo l’associazione delle Famiglie di Santo Stefano, ma magari anche la Lega delle Famiglie di Fatto. L’importante è che ci si confronti e che ci si metta tutti, anche posizioni diverse, attorno a un tavolo. Non ha alcun senso tener fermo uno statuto dando quasi l’idea che la questione delle coppie di fatto sia qualcosa di marginale o che riguarda solo una fetta ristretta di persone”. “Ma i temi caldi – aggiunge Lupoli – sono anche molti altri. Ma troppo spesso manca il coraggio di esporsi o prendere posizione cercando di mettere a tacere che, invece, una posizione la vuole portare avanti”. “Ci sono troppi fronti sui quali questa amministrazione sembra esser sorda o far finta di niente – dice in chiusura – Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) “Giornata della Memoria” non c’è una sola iniziativa promossa dal Comune per “non dimenticare”. Non mi pare proprio un bel segno, tanto più dopo gli input venuti anche dal Governo attraverso Mastella. Credo che molti cittadini non si riconoscano in un atteggiamento di questo tipo”.


27 gennaio 2007

CASALMAGGIORE – “Penso che questo sarà uno degli ultimi consigli comunali a cui parteciperò”. L’affermazione è del consigliere di
minoranza Adamo Lupoli che, nel corso della discussione tenutasi giovedì sera in consiglio, tra una considerazione e l’altra rispetto al bilancio di previsione 2007, ha anche dichiarato tale volontà. Non che fosse la prima volta che Lupoli mostrasse in maniera palese il suo dissenso rispetto a tutta una serie di meccanismi politici che sempre meno lo convincono, ma giovedì la tensione era più alta del solito. “A voi non importa nulla delle nostre posizioni – ha dichiarato, rivolgendosi alla maggioranza – voi volete chiuderci la bocca con un bavaglio e procedere per la vostra strada senza tener conto delle nostre proposte”. Ma anche prima che le considerazioni di Lupoli fossero così dirette c’erano già stati frangenti di discussione che avevano evidentemente lasciato trasparire il suo disagio: “Qui aveva detto – rispetto ai bando previsto per il rimborso dell’Ici a coppie giovani, anziani con un reddito basso e proprietari di case costruite con particolare attenzione al risparmio energetico – si prende sempre del tempo, si lasciano sempre le cose a metà”. “Avete delle grosse potenzialità – ha dichiarato rivolgendosi alla maggioranza – ma su troppi fronti continuate a rimandare”. E poi altre lamentele su un sistema in cui Lupoli pare non riconoscersi. Tanto che parlando della Commissione Statuto è arrivato a dire di “Esser stato pagato per non fare niente” visto che, a tutt’oggi (dopo più di 2 anni di lavoro) ancora non è stato approvato nessun statuto. E ancora “Per me in questo bilancio ci sono spese inutili; non dimentichiamo che il costo relativo ai vostri incarichi supera i 96mila euro. Io una professione ce l’ho”. Subito dopo il consigliere ha lasciato, assai innervosito da una precedente provocazione l’aula: “Non ho bisogno di aspettare la mezzanotte come qualcuno di voi ha detto. Me ne vado prima”.