DICO no!

Il disegno di legge (ddl) varato giovedì 8 febbraio dal Governo sulle unioni civili è un inaccettabile compromesso al ribasso che scontenta le persone direttamente interessate, tenta di compiacere le gerarchie ecclesiastiche, introduce l’acrobazia lessicale per superare gli ostacoli politici, legittima la disuguaglianza, ma soprattutto non risolve i problemi e le preoccupazioni concrete che le coppie omo ed eterosessuali affrontano ogni giorno.

DICO: 10 punti da cambiare

1. Dichiarazione La dichiarazione deve essere resa congiuntamente, anche come segno della comune volontà di assistenza morale e materiale. Avvisare il partner tramite raccomandata  è dequalificante e rischia di aprire il varco a false dichiarazioni. Non ha senso estendere gli effetti della legge a fratelli e sorelle e ai parenti in linea retta.

2. Convivenza È la condizione della dichiarazione, ma deve essere resa possibile: va prevista la possibilità di regolarizzare il partner straniero privo di permesso e che ci siano punteggi nelle graduatorie lavorative per il ricongiungimento al partner con cui si vuole andare a convivere. Impedire di dichiarare una convivenza con l’amministratore di sostegno è in contrasto con la legge che prevede il coniuge o il convivente assumano questo ruolo con precedenza su tutti gli altri. Occorre prevedere che la convivenza non sia considerata interrotta se per giustificati motivi ci sia la necessità di interrompere la coabitazione per un periodo di tempo determinato.

3. Valorizzazione delle coppie conviventi  nel sistema dei servizi sociali Va riconosciuto il valore delle convivenze nell’ambito del sistema integrato dei servizi sociali, considerandole soggetti attivi del funzionamento del sistema, oltre che destinatarie delle politiche di interventi sociali.

4. Parte patrimoniale Deve essere possibile scegliere un regime patrimoniale di coppia,come la comunione o la separazione dei beni, e poterlo opporre a terzi. Il  convivente a carico deve essere considerato ai fini della dichiarazione fiscale.

5. Accesso alle strutture sanitarie Il diritto deve essere garantito e non lasciato alla buona volontà dei singoli ospedali.

6. Successione ereditaria Nove anni di attesa sono eccessivi. La tassa di successione e l’esenzione vanno parificate a quelle previste per i familiari.E’

7. Successione nel contratto di locazione Deve poter essere immediata, come già stabilito dalla Corte costituzionale, e non legata ai tre anni di convivenza.

8. Reversibilità della pensione Viene rimandata alla successiva riforma, ma vanno almeno esplicitati in modo chiaro i principi e definiti tempi congrui e non eccessivi. Va riconosciuto il periodo di convivenza pregressa.

9. Impresa familiare Viene riconosciuta al partner la partecipazione agli utili, ma non ai miglioramenti dell’impresa e non si tiene conto del lavoro casalingo.

10. Graduatorie lavorative Va definito in modo vincolante il diritto ad un punteggio e vanno abbassati i tre anni previsti, che penalizzano le coppie giovani.



Bologna, 9 febbraio 2007

DICO: ARCIGAY, LE COPPIE FONDATE SULL’AFFETTO RIMANGANO AL CENTRO DELLA LEGGE . MIGLIORARE LA PDL IN DIECI MOSSE

“Verrebbe proprio da dire: che te lo ‘dico’ a fare? Dico o Pacs, scopo della legge deve rimanere quello di riconoscere diritti e doveri delle coppie legate da vincoli affettivi. Includere rapporti di altra natura, come quelli tra fratelli, è solo un tentativo di introdurre incongruità nel testo della legge al fine di snaturarla, e imporre ulteriori limitazioni ai diritti previsti”. Questo il segnale d’allarme lanciato dal presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, che, all’indomani del varo dei Dico da parte del governo, propone dieci punti per migliorare il provvedimento.

“Alcuni aspetti del ddl sono vessatori – spiega Lo Giudice -. Altri sono solo il tentativo del Vaticano, rappresentato da Rutelli, di snaturare la legge e di limitare i diritti previsti.

“Solo per fare un esempio i nove anni di attesa per il diritto all’eredità sono davvero troppi. E che succede se una macchina mi mette sotto prima?

“Altro problema spinoso è il partner extracomunitario. Se ci si registra all’anagrafe, ha diritto al permesso di soggiorno. Ma come fa a registrarsi se il permesso di soggiorno non ce l’ha ancora? Una coppia eterosessuale potrebbe sposarsi. Una coppia gay, rischia la separazione forzata.

“Va inoltre prevista la possibilità per i conviventi di recedere dal rapporto, senza dover per forza cambiare subito di casa. Un rapporto affettivo può finire anche se, magari per necessità temporanea, si continua a vivere sotto lo stesso tetto. Altrimenti viene contraddetta la volontarietà del rapporto”.


Bologna, 13 febbraio 2007

DICO: VATICANO ANNUNCIA MANIFESTAZIONI DI PIAZZA CONTRO IL GOVERNO. ARCIGAY: ATTEGGIAMENTI EVERSIVI FUORI DEL CONCORDATO

“Nel giorno in cui principali giuristi italiani riaffermano la piena costituzionalità del riconoscimento delle nuove famiglie, il Vaticano minaccia manifestazioni di piazza contro il governo. Così una potenza religiosa finanziata dallo Stato, tutelata nei suoi privilegi e delimitata nei suoi ambiti dalla costituzione, sfida apertamente i limiti del concordato. Siamo a un passo dall’eversione dell’ordine costituzionale”.

Così il presidente di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commenta le parole di Monsignor Rino Fisichella, cappellano di Montecitorio, che ha annunciato che sarà indetta dal Vaticano una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma contro il governo italiano.

“Proprio oggi un appello firmato da alcuni fra i principali giuristi italiani (Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelski, Roberto Bin, Paolo Cendon, Gilda Ferrando e molti altri) e pubblicato su Repubblica, ha ribadito la necessità di riconoscere i diritti delle famiglie non fondate sul matrimonio, e come questo non sia per niente in contrasto con l’art. 29 della nostra Costituzione.

“Se perfino un costituzionalista cattolico come Leopoldo Elia ha lanciato l’allarme sui rischi di violazione del Concordato e della Costituzione italiana da parte del Vaticano, significa che il limite è stato superato – denuncia Lo Giudice -. È in gioco l’identità laica della Repubblica ed è indecente che alcune forze politiche assecondino questo stravolgimento dei principi costituzionali per scopi politici. La manifestazione nazionale del 10 marzo a Roma a sostegno delle Unioni civili acquista sempre più il ruolo di una manifestazione per la difesa dell’identità civile, autonoma e laica del nostro paese”.

Già domani, festa di San Valentino, Arcigay manifesterà in tutte le città italiane per chiedere al parlamento di migliorare il disegno di legge sulle dichiarazioni di convivenza, rendendolo più umano e amorevole.