Il Piccolo del 23/11/07 sulla polemica salone

PRESERVATIVI AL SALONE DELLO STUDENTE: LA POLEMICA TRA GENITORI E ISTITUZIONI
Mozione della Cdl in consiglio comunale contro l’iniziativa promossa dall’Arcigay

di Barbara Antoniazzi (pagina 3)

La distribuzione di preservativi nello stand dell’Arcigay, presente allo scorso Salone dello studente, è diventata un vero e proprio caso che ha mobilitato l’opinione pubblica e le istituzioni in un susseguirsi di polemiche, di dibattiti e di opinioni contrastanti.

Il centrodestra non si è limitato al semplice commento dei fatti ma ha deciso di prendere energicamente posizione nella diatriba presentando in consiglio comunale una mozione volta a sollecitare l’amministrazione a fornire le dovute spiegazioni e ad assumersi le doverose responsabilità per quanto accaduto in fiera. L’amministrazione, dal canto suo si è limitata a fornire una risposta, formale e anonima, sviscerando solo le questioni giuridiche e organizzative legate al caso.
Oltre agli ambienti della politica, la faccenda dei preservativi ha scosso anche l’opinione pubblica provocando la mobilitazione, tramite lettere di protesta, di molti genitori dei ragazzi coinvolti nell’iniziatriva. Il primo a condannare, senza appello, l’iniziativa di Arcigay è stato Giuseppe Ceraso, consigliere comunale del centrosinistra, che non ha esitato nello schierarsi a fianco dei genitori promotori della polemica a tutela della corretta educazione dei ragazzi. L’accusa mossa dai genitori assume toni pesanti e vuole sottolineare l’inopportunità della propaganda di Arcigay, ma anche le responsabilità dagli organizzatori del salone che hanno permesso la distribuzione indiscriminata dei preservativi nei propri spazi.
Nei molteplici interventi di protesta è stato posto l’accento più sulle modalità che sulle finalità dell’iniziativa, sottolinaendo come si stato facile anche per i bambini delle elementari, entrare in possesso di profilattici e come a quella età un approccio con queste misure di protezione possa essere più deleterio che educativo. Il dibattito che da giorni “infiamma” i mezzi di informazione ha visto grande partecipazione da parte di genitori ed educatori e ha sollevato pareri contrastanti.
Non mancano infatti lettere di solidarietà indirizzate all’Arcigay e accuse di moralismo strumentalizzato mosse verso i fautori della “querelle”. Restano, però, ancora alcune zone d’ombra in un caso che vede ampliarsi sempre di più il proprio campo di interesse con la partecipazione crescente di privati e figure istituzionali che non esitano a prendere posizione a riguardo.

ARCIGAY
Ecco la solita polemica realizzata «a tavolino »

«La nostra iniziativa è stata corretta sotto tutti i punti di vista. Ciò che non lo è stato (ma ciò non ci stupisce) è l’atteggiamento nei nostri confronti ». Risponde così, senza timori reverenziali, Lorenza Tizzi, vicepresidente dell’Arcigay al “ciclone” di accuse che ha coinvolto la sua organizzazione dopo il “caso” dei preservativi. «Come espositori paganti ci siamo attenuti a tutte le normative imposte dagli organizzatori dell’evento mettendo a disposizione, nello spazio a noi riservato (e non oltre!) il nostro materiale tra cui i preservativi incriminati.
Voglio ribadire che i profilattici non sono stati consegnati direttamente ai bambini, ma sono stati messi a disposizione di tutto il pubblico del Salone all’interno dello stand».
Qual era lo scopo della vostra presenza al Salone?
«Era un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla spinosa questione del “bullismo” e dell’omofobia nelle scuole. Purtroppo il nostro intento educativo è informativo è stato, per l’ennesima volta, insabbiato da un’ondata di polemiche satura di moralismi, volta a far passare in secondo piano i nostri progetti e a criminalizzare la nostra presenza nell’ambito dell’informazione pubblica».
Che cosa contate di fare ora?
«Dal canto nostro continueremo a impegnarci con passione nella lotta contro i tabù sessuali e contro le discriminazioni certi di aver agito in totale buona fede e in conformità con il regolamento del Salone. Il nostro scopo era quello di dare l’opportunità ai più giovani di conoscere e imparare a tollerare persone con una sessualità diversa dalla propria nonché di dare la possibilità a chi ne sentisse il bisogno di palesare senza timori i propri problemi e le proprie insicurezze.
Come sempre è stata colta al volo l’occasione per sferrare un’attacco di massa verso la nostra organizzazione, considerata spesso inadeguata a priori e facile preda di critiche moraliste scontate e prive di reale fondamento. Insomma niente di nuovo, procediamo nei nostri intenti certi della nostra correttezza».

LA POLEMICA

ALLEANZA NAZIONALE
«Brutale attacco contro l’educazione»

«L’idea di distribuire preservativi ai bambini durante il Salone dello studente è da definirsi quantomeno brutale»: questo il secco commento di Nicoletta De Bona, consigliere comunale di An e firmataria della mozione presentata in consiglio dagli esponenti della Cdl per chiedere delucidazioni su quanto avvenuto in fiera.
«Grazie a questa trovata di pessimo gusto è stata urtata la sensibilità di molti piccoli ospiti del Salone nonché delle loro famiglie. Non stiamo mettendo in discussione l’importanza dell’educazione sessuale che consideriamo basilare; ciò che vogliamo sottolineare sono la brutalità del metodo e la scarsa attenzione al target di pubblico a cui la propaganda è stata rivolta». Insomma, secondo An sarebbe stata una pessima mossa.
«Ci chiediamo inoltre a che titolo l’Arcigay fosse presente alla manifestazione e come mai gli organizzatori abbiano permesso la distribuzione indiscriminata dei profilattici senza vigilare sull’operato dei responsabili dello stand» continua De Bona.
«Con questa iniziativa priva di criterio è stato messo in discussione il rispetto per l’infanzia e sono stati compromesse le scelte educative di molte famiglie che si trovano a dover dare risposte ai propri figli su questioni non adeguate al loro target di età. Per questo chiediamo che vengano messe in luce le responsabilità e venga presa consapevolezza dell’ errore commesso».

La lettera di Maurizio Guerrini (pagina 4)

A Cremona troppi benpensanti

Ci risiamo : è bastata una banale distribuzione di preservativi nell’ambito del salone dello studente recentemente tenutosi a Cremona per scatenare le ire degli ipocriti benpensanti i quali hanno subito mandato lettere di fuoco, alcuni, e ridicolmente pseudo educative altri. Non è mancato il puntuale consigliere comunale narciso e a caccia di facili consensi , il quale è arrivato a dichiarare (sic) che la distribuzione di profilattici ha inficiato tutta la manifestazione. Evidentemente a tutti coloro che hanno così prontamente protestato non interessa nulla né degli orientamenti altrui né tantomeno di affrontare in modo serio e concreto le tematiche relative a modalità sicure nelle pratiche sessuali.
Questi signori vogliono farci credere, ancora una volta, di voler affermare modelli, a loro dire corretti, per quanto riguarda l’educazione dei figli i quali secondo loro «hanno bisogno di stare con adulti che guardano e propongono una bellezza che si comunica ovunque, perché l’ansia di diventare grandi ha bisogno di compagnia e di ragioni, non di alibi; cosi si crescono uomini e non animaletti allo sbando».
Che dire: ci sarebbe da ridere ma non riusciamo a non disperarci perché ancora una volta un modello altro rispetto a quello di pura emanazione bigotta e benpensante viene subito attaccato con un furore da crociata e con toni discriminanti soprattutto verso chi riferimenti di genere diversi in campo sessuale.
Si perché il sesso è la vera ossessione di quei signori, non riescono a non parlarne se non in termini oscurantisti, dentro un modello di pensiero unico impermeabile a tutti i cambiamenti della società. Una cosa del genere in altro paese non avrebbe nemmeno fatto notizia, se mai la notizia vera è per l’ennesima volta la nostra città copre di ridicolo per reazioni abnormi e risibili per quantità e qualità. Durante il salone dello studente era presente anche uno stand dell’Asl di Cremona che ha, giustamente promosso, tutti e tre i giorni, un interessante laboratorio denominato «Sesso? Sicuro meglio», dove gli operatori dell’Azienda sanitaria hanno illustrato tematiche di prevenzione in campo sessuale.
Quei signori che hanno reagito stizziti sono molto più interessati a non affrontare le questioni in modo concreto e a lasciarle confinate in una condizione di totale incertezza con l’unico risultato di crescere davvero degli animaletti allo sbando, ma con l’obbiettivo di farlo con i “sani principi” che loro stessi ritengono irrinunciabili frutto però di ipocrisie e di intolleranze.