Intervento alla Camera sull’omofobia

Il testo del primo intervento alla Camera di Anna Paola Concia, deputata PD ed unica parlamentare lesbica dichiarata.

13 maggio 2008, ore 20.30 circa.

Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghe e Colleghi

Il 17 maggio si celebra la Giornata Internazionale contro l’omofobia, per ricordare giorno del 1990 in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
Da quel giorno, l’omosessualità è considerata una variabile N-O-R-M-A-L-E del comportamento umano e non è più possibile considerare malate le persone omosessuali!

VI SEMBRO ANORMALE E MALATA IO?

La celebrazione del 17 maggio è un segnale forte contro ogni violenza, fisica e morale, legata all’orientamento sessuale.
La Risoluzione del Parlamento Europeo che l’ha istituita condanna i commenti denigratori anche dei politici, in quanto alimentano l’odio e la violenza. Ma le cronache sono piene di resoconti di omicidi, stupri e pestaggi contro persone omo e transessuali. Ne ho contati ventisette solo nel 2007: uno ogni quindici giorni!
Sento parlare molto di sicurezza: e come ho diritto di stare in parlamento, ho diritto di tornare a casa, la sera, sicura di non subire un attacco omofobo.

Non voglio vergognarmi di essere italiana. Che Italia è questa? Sabato, nelle piazze, migliaia di militanti delle
associazioni gay e lesbiche saranno impegnati in attività di educazione al rispetto di tutte le diversità.
E noi cosa facciamo? La politica ha una grande funzione educativa, che deve essere assolta, perché a tutti i
cittadini sia garantito il pieno rispetto previsto dall’art. 3 della Costituzione. Perciò, con altri colleghi, nei giorni scorsi, ho
presentato una proposta di legge contro le violenze di genere, ivi incluse norme per la lotta alla omofobia.
E oggi presentiamo una mozione per impegnare il governo in una campagna contro l’omofobia e la discriminazione sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle Forze Armate. È un gesto di civiltà che non può mancare ad un paese democratico.

Su questo tema  non possono esistere barricate, neppure con e nel mondo cattolico.
Il messaggio cristiano è un messaggio inclusivo, al quale i cattolici non possono sottrarsi. Ed io faccio appello al senso di responsabilità dei deputati cattolici, perché abbraccino anche loro la causa del rispetto dei diritti umani.
Si vuole dare l’impressione che Il mondo cattolico sia distante da questo tema. Non è così, ne ho quotidiane attestazioni. Costruiamo insieme un percorso verso l’apertura ai diritti umani. Perché i diritti umani non hanno colore, non sono di sinistra né di destra.

Entro il 2009, l’Italia dovrà adottare la Carta Fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea, che comprende anche norme contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. A quell’appuntamento il nostro paese deve arrivare preparato, con norme che offrano un approccio sistemico rispetto al tema.

Mi rendo conto che chi non è omosessuale non può comprendere appieno quanti atteggiamenti discriminatori si manifestano nei vari livelli della vita sociale, culturale, scientifica e soprattutto politica.
Chiederò al gruppo del Partito Democratico di organizzare un seminario sull’omofobia, tenuto da un Professore di Psicologia dello Sviluppo dell’Università del Salento, perché tutti gli eletti in questa Camera comprendano in modo consapevole che l’omofobia è un tarlo strisciante che si annida in ciascuno di noi, nessuno escluso.

Chiudo rendendo omaggio ad Aldo Moro, della cui tragica morte ricorre il trentennale. Nel suo ultimo discorso alla Camera egli disse: “quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante, ci aiuta ad essere coraggiosi”. E io vi dico che solo il coraggio di guardare la realtà e rispettarla per quello che è, è l’unica forza che può cambiare il nostro paese e renderlo più moderno.