Intervista sulla Gazzetta di Mantova

Resta la discriminazione
Una coppia di lesbiche deluse: serviva più coraggio
di Roberta Rizzo dalla Gazzetta di Mantova di domenica 11 febbraio 2007

MILANO. Deluse e insoddisfatte.
I Dico varati dal governo non vengono applauditi da due lesbiche, entrambe trentacinquenni, che convivono da tempo. Lorenza Tizzi e Emiliana Zigatti, impiegate, abitano a Viadana, in provincia di Mantova, e senza alcun dubbio sostengono i Pacs.

Emiliana, ma non cambiera’ nulla per voi con i Dico?
Molto poco. Ci aspettavamo una legge senza discriminazioni e invece siamo alle solite. Noi, come altre coppie di gay o lesbiche, saremo costrette a rivolgerci ad un notaio per tutelarci e fissare le condizioni del nostro futuro.

La bocciatura e’ totale?
Quasi. Diciamo che e’ stato fatto un piccolissimo passo in avanti. Serviva invece una legge piu’ concreta e rispettosa della realta’.

Anche tu, Lorenza, la pensi cosi’?
Certo. Questo governo non ha avuto coraggio di andare fino in fondo. Capiamo le difficolta’ all’interno della maggioranza, ma cosi’ non cambiera’ mai nulla nel nostro Paese. Con i Dico noi siamo coppie limpidamente discriminate. Che c’entra sommare le convivenze tra nonni e nipoti o tra fratelli con noi omosessuali? Perche’ dovremmo non ufficializzare le nostre unioni?
Ancora una volta non possiamo mostrarci sotto il sole, ma solo attraverso approcci burocratici all’anagrafe.

In cosa non vi sentite tutelate? Quali diritti non vi sono concessi?
Prima di tutto vogliamo sottolineare che noi non parliamo solo di diritti ma anche di doveri. Noi vogliamo rispondere anche a dei doveri di coppia. Poi c’e’ la questione del tempo. Perche’ mai ci vuole la prova del 9, ovvero i 9 anni di convivenza per far scattare i diritti? Questo punto non e’ chiaro. Da quando verranno conteggiati i 9 anni? Da quando sara’ approvata la legge o potremmo far risalire gia’ la nostra convivenza iniziata 3 anni fa? Per non parlare di eventuali desideri di maternita’.

Avete intenzione di avere figli? Vi rivolgerete ad una struttura estera per l’inseminazione?
Per ora ne abbiamo solo parlato, dice Lorenza, pero’ se decideremo di diventare mamme e’ ovvio che andremo all’estero. Conosco gia’ molte altre coppie di lesbiche che hanno fatto cosi’ e hanno figli.

Gia’ i figli. E come saranno tutelati loro? Anche questo non e’ assolutamente un argomento affrontato dal governo. Temiamo che in Italia i diritti civili e sociali per noi lesbiche e per tutti gli omosessuali saranno ancora per lungo tempo una chimera.

Lorenza, se tu potessi parlarare con le ministre Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, cosa gli diresti?
Alla Bindi le chiederei di avere uno spirito piu’ cristiano quando pensa a noi, e alla Pollastrini di essere piu’ coraggiosa e non pensare alle difficolta’ che pongono coloro che mettono i bastoni tra le ruote. Insomma, che pensino alle nostre di difficolta’. Noi le viviamo sulla nostra pelle.

Dico e’ dunque una goccia nell’oceano?
Si. E ci auguriamo che non si trovino altri compromessi in Parlamento per varare questa legge gia’ debole.