Lettera aperta agli operai di Mirafiori

Carissimi operai di Mirafiori

leggo dalle pagine di liberazione la motivazione con cui avete negato il vostro voto alla sinistra favorendo invece la lega nord:
“perché la sinistra pensa solo a froci e zingari, non a noi”.

Al di là delle valutazioni di natura politica, su cui non voglio soffermarmi, mi ferisce il vostro attacco a due delle categorie maggiormente segnate da un clima di sospetto e discriminazione nel nostro paese. Mi ferisce perché mai mi sarei aspettato che il mondo operaio nutrisse verso noi omosessuali sentimenti di rivalsa o avvertisse la nostra battaglia in competizione con i propri diritti.

Ammetto che mi ha veramente preoccupato leggere questa dichiarazione così dura e perentoria. Le vostre parole hanno appesantito un clima di isolamento in cui versano oggi più che mai le lesbiche, i gay e i trans di questo paese.

Viviamo momenti molto difficili e duri, sia sul piano economico che su quello sociale. Il nostro paese sembra trascinato in una deriva senza controllo, i nostri stipendi valgono sempre di meno, mutui e prezzi sono alle stelle, la classe politica sembra lontana e disinteressata. Perché dunque colpire noi?

Siamo donne e uomini come voi, che lavorano, faticano, combattono quotidianamente per affermarsi nel mondo del lavoro. Viviamo come voi le difficoltà economiche e sociali di questo momento, come voi fatichiamo ad arrivare a fine mese, a pagare le rate del mutuo, a permetterci il lusso di una piccola vacanza. Non lasciatevi fuorviare dagli stereotipi che ci vorrebbero tutti ricchi e belli: lesbiche e gay sono ovunque, in ogni categoria sociale e in ogni ambito, anche fra di voi. Sono più normali di quanto pensiate. Se non ne avete mai conosciuti forse è perché ancora si nascondono, spaventati da una pressione sociale che continua a non accettarli.

A questo aggiungete le discriminazioni sul lavoro, in famiglia, per la strada,le violenze fisiche e psicologiche, la testardaggine di un paese che continua a negarci diritti che tutta l’Europa ha già riconosciuto a chi, come noi, chiede solo di vivere tranquillamente il proprio diverso modo di amare.

Ecco perché le vostre parole fanno male: ci fanno sentire ancor più soli.

Certo, direte voi, ci sono cose più importanti a cui pensare ora: il caro vita, i salari, il precariato, la disoccupazione, l’insicurezza, la recessione. Sapete che su queste temi siamo con voi, non per ideologia, ma perché anche noi omosessuali siamo precari, disoccupati e preoccupati del nostro futuro.

Ma se io chiedessi a voi di essere per un attimo un pochino omosessuali che cosa provereste? Se di fronte a questa provocazione avete sorriso, sentendovi in imbarazzo, se immedesimandovi in noi siete riusciti a provare un piccolo senso di disagio, pensate a chi questo disagio e questo imbarazzo lo deve portare con se ogni giorno. Allora forse vi sarà chiaro perché è importante battersi per l’uguaglianza e la libertà di tutte le cittadine e i cittadini di questo paese.

Per questo vi chiediamo di non accettare la logica della ”guerra fra poveri“ in cui ci vogliono impegnati, ma di unire gli sforzi perché diritti sociali e diritti civili siano aspetti di un’unica volontà: cambiare in meglio il nostro paese e costruire le condizioni per la felicità di tutti i suoi cittadini.

Noi ci saremo e faremo la nostra parte, disponibili a dialogare con tutti, anche e soprattutto con voi, per dare un domani alle nostre speranze e al nostro desiderio di libertà.

Buon lavoro!

Luca Trentini
Segreteria nazionale di Arcigay
Presidente di Orlando Comitato provinciale Arcigay Brescia