Scambio di lettere su norma anti-omofobia

Da “La Provincia” di giovedì 13 dicembre

NORMA ANTI-OMOFOBIA E DITTATURA CULTURALE

Caro direttore,
il ricatto è riuscito ancora una volta.
Grazie alla “cosa rossa” e alla compiacenza dei cosidetti teodem o forse più propriamente teo-bluff, nel testo del pacchetto sicurezza approvato dal Senato è stata inserita impropriamente una norma che, se confermata dalla Camera dei deputati, istituisce il reato d’opinione; un fatto gravissimo anche perchè riferita a questioni morali.

Con il pretesto della tutela della “tendenza sessuale” si cavalca strumentalmente il tema dell’antidiscriminazione per criminalizzare e intimidire chi non si allinea all’idea che ogni forma di rapporto debba avere il medesimo valore e che la diversità di genere è un dettaglio marginale. Chi pubblicamente esprimerà la propria contrarietà ai matrimoni tra omosessuali o all’adozione di figli a coppie dello stesso genere (la maggioranza del popolo italiano) potrebbe rischiare da sei mesi a quattro anni di carcere. A poco servono i “balletti” di alcuni leader del centro-sinistra che oggi si agitano per “pretendere” correzioni alla Camera: al Senato hanno votato tutti e compatti, senza titubanze, dimostrando a quale ideale superiore rispondono, ovvero la propria poltrona.
Si tratta di un provvedimento senza precedenti che nega la libertà di espressione e che mira a destrutturare il nostro tessuto sociale già profondamente provato (vedi Censis). Non a caso Giovanni Paolo II parlava profeticamente di “dittatura culturale” (…)

LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DI ARCIGAY LA ROCCA
Cremona, martedì 18 dicembre 2007

Caro direttore,
scrivo in risposta alla lettera pubblicata su queste pagine il giorno giovedì 13 dicembre, riguardante il pacchetto sicurezza recentemente approvato alla Camera del Senato. Non metto in discussione la legittimità dell’aberrante tesi sostenuta dal Signor Malvezzi, secondo cui persone e coppie omosessuali sarebbero inferiori e addirittura pericolose per la nostra società. La mia intenzione piuttosto, è quella di fare un pò di chiarezza sui contenuti. Il provvedimento in questione non ha nulla a che vedere con il riconoscimento delle coppie di fatto né tantomeno con il diritto di adozione da parte di queste ultime. La legge in discussione sarebbe solo l’estensione di una norma già vigente, la legge Mancino, che riguarda i crimini d’odio determinati in questo caso specifico da discriminazioni basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. La difesa dei soggetti più deboli e delle minoranze è uno dei fondamenti dello Stato di diritto, oltre che un basilare principio cristiano. L’Italia, paese laico a maggioranza cattolica, liberal-democrazia occidentale, è ad oggi ancora fanalino di coda in Europa, anche su questo. Speriamo ancora per poco.

Lorenzo Lupoli – Presidente Arcigay Cremona “La Rocca”