Vade Retro

Rassegna comunicati stampa sulla vicenda della mostra “Vade Retro Arte e Omosessualità”

COMUNICATO STAMPA Bologna, 16 luglio 2007 Vade Retro.Arcigay: Rutelli dica se c’è censura .
Vorremmo che il ministro della cultura Francesco Rutelli facesse sentire la sua voce e dicesse se i contenuti della mostra “Arte e Omosessualità” sono da censurare o meno e perchè.

Lui darebbe il patrocinio del ministero da lui presieduto in virtù del principio di libertà di espressione artistica? La mostra può piacere o non piacere e si è liberi di non andarla a vedere se si ritengono troppo forti i sui contenuti. Ma per carità non si facciano censure. L’arte è arte e va tutelata e con essa tutti gli artisti e i sovrintendenti che con lungimiranza e senso critico colgono le opportunità e aprono spazi lasciati chiusi da altri.  Con una battuta vorrei chiedere a Rutelli con chi dei due Botero sta? Ci dica se la pensa come il filosofo Giovanni Botero (cioè se per ragion di stato questa mostra va censurata) o come il pittore Fernando Botero (secondo cui il dipingere deve essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta ad una esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale). Il silenzio del ministro è davvero assordante visto la portata delle polemiche che si sono create attorno a questa mostra. Non vorremmo davvero che nel terzo millenio rispuntasse la censura.

Aurelio Mancuso presidente Arcigay

COMUNICATO STAMPA  Bologna, 15 luglio 2007 Mostra gay. Arcigay: Ci dica Sandra e non Clemente cosa ne pensa della Mostra.
Ho come l’impressione che il sen. Clemente Mastella cumuli troppe cariche per sapere a quale titolo intervenga o prenda posizione. Le sue opinioni a proposito della mostra “Arte e Omosessualità” secondo cui Napoli sarebbe lo scarto di Milano dovrebbe precisare a quale titolo le ha fatte. Perchè se le ha fatte come segretario del suo partito allora contesti i contenuti della mostra e ci dica cosa ne pensa, da cattolico, di certe forme d’arte. Se interviene come sindaco di Ceppaloni ci dica se è interessato a dare il patrocinio della sua ridente cittadina del beneventano. Se interviene come ministro ci faccia la “grazia” di non offendere Napoli definendola lo scarto di Milano e renda ad essa “giustizia” nel comprendere che Napoli, ospitando la mostra, diventa una città più vicina all’Europa. Lasci pertanto agli amministratori partenopei il compito di dire cosa ne pensano di tale mostra e se loro sono disposti a patrocinarla. Pertanto, proprio perchè dovrebbero intervenire gli amministratori locali, più che l’opinione di Clemente ci interesserebbe quella di Sandra Mastella. Dato che la coppia si è più volte fatta vanto di avere amici gay e la signora addirittura ha il suo parrucchiere di fiducia gay allora mi domando: Sandra tu andresti alla mostra? Come presidente del consiglio regionale ti sentiresti di dare il patrocinio in qualsiasi altra città campana?

Aurelio Mancuso presidente Arcigay

Censura, Sgarbi cede ai clericali. Mostra Arte e omosex: sì ai minori, via due opere – Da Liberazione dell’11 luglio 2007
Dalla censura al baratto. La mostra sul rapporto tra arte e omosessualità – organizzata da Vittorio Sgarbi a Milano – non smette di creare polemiche e rivela bene in quale clima di clericalismo stiamo vivendo. Dopo la decisione di vietare ai minori di 18 anni l’ingresso, Sgarbi ha ceduto al solito coro scandalizzato di clericali e di atei devoti di tutti i colori politici, e per evitare il divieto ha levato due delle tre opere sotto accusa: Miss Kitty di Paolo Schmidiin, un manichino raffigurante Ratzinger un po’ discinto con parrucca bianca sostenuta da una molletta fucsia, e una manipolazione della foto di Sircana fermo con la macchina vicino a una transessuale. Resta invece, di Paul Schimidt, l’ Ermafrodita . Se è un bene che la mostra non sia più vietata ai minori di 18 anni, il segnale che viene dalla nuova decisione dell’assessore alla Cultura di Milano è pessimo, ma purtroppo non è isolato.
Dopo gli anatemi scagliati dall’arcivescovo di Bologna sulla mostra organizzata da Arcilesbica della città sui dieci comandamenti rivisitati in versione saffica, le polemiche meneghine sono un buon viatico per affrontare una volta per tutte una questione rimossa, purtroppo, anche dall’intellettualità di sinistra. Perché l’arte contemporanea a tematica omosessuale è sotto tiro? Perché nessun intellettuale, donna e uomo di cultura non prende le difese della libera espressione? La cappa della censura è così pesante che si ha paura; questa è la dura e nuda verità che ci sentiamo di sostenere senza tema di smentita. Se persino un uomo curioso e furbo – a tratti simpatico – come Vittorio Sgarbi si accorge di aver dovuto sottostare ad una censura politica nell’imporre prima il divieto ai minori di 18 anni, poi nel censurare due delle opere esposte, dovrebbe essere ancor più chiaro all’area culturale della sinistra che s’intende colpire i gay, le lesbiche e i trans per intimorire e mettere paletti rispetto al complesso della libertà di espressione artistica e culturale. I clericali, la destra culturale e politica sguazzano felici nelle campagne d’odio e di discriminazione che ogni giorno riescono a far montare nel Paese e la sinistra assiste, quasi tutta, inerme, e in alcuni casi (vedi alla voce tentativi di Partito democratico) complice se non aderente.
A Bologna per fortuna la nostra diretta presenza in Consiglio comunale e una forte presa di posizione da parte di gran parte della sinistra ha stoppato il tentativo di mettere alla gogna una comunità lgbt coesa, e forte di una solida storia. Ma nel resto del suolo italico, si moltiplicano le prudenze da parte degli amministratori del centro sinistra, che hanno paura di disturbare le curie vescovili, di alimentare polemiche della destra. Quindi diventa più difficile ottenere patrocini per eventi culturali persino castigati, accedere a finanziamenti per i servizi sociali rivolti alla comunità e così via.
Si respira un’aria pesante, e dopo l’enorme successo del Roma Pride del 16 giugno, i clericali si sono incattiviti, perché hanno dovuto registrare una prima sconfitta sul campo. Ma la battaglia è ancora molto lunga e se chi dovrebbe sostenerci sta muto, darà sicuramente una mano ai Pezzotta e alle Binetti di turno.
Per tornare sui casi di Milano e Bologna, non ci sfugge che scegliere il campo del gusto estetico, della rappresentazione artistica, dell’espressività, è un alzare, da parte della destra, il tiro e porre alla sinistra domande cui non riesce a rispondere. Altro che egemonia della sinistra italiana sulla cultura e i grandi fenomeni di massa! Da tanto tempo l’inondazione dei modelli unici, dell’omologazione, della pastorizzazione culturale, del controllo accorto e scientifico sulle abitudini aggregative degli italiani ha scalzato via un mondo ora ridotto nelle nicchie consolatorie del cinema d’autore e di poco altro. Certo il popolo lgbt non è insensibile ai richiami della globalizzazione e livellazione culturale, ma c’è da chiedersi quanto la sinistra culturale italiana si sia fatta attraversare per esempio dalle culture camp, dalle correnti artistiche gay pop, queer, ecc, ecc. Insomma la cultura non è una variabile indifferente rispetto alla capacità di costruire un consenso diffuso delle proprie idee. E quando dalle grandi città italiane provengono segnali come quelli qui accennati, forse varrebbe la pena chiedersi, quando sarà possibile risvegliarsi dal letargo in cui si è precipitati.

Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay

COMUNICATO STAMPA Bologna, 10 luglio 2007 MOSTRA DI MILANO: SGARBI ORGANIZZI UNA VISITA GUIDATA
La mostra inaugurata al Palazzo della Regione “Vade Retro. Arte e omosessualità da Gloeden a Pierre e Gillet” è finalmente un primo segnale positivo da parte dell’Amministrazione comunale di Milano nei confronti della cultura e dell’arte omosessuale. Al di là delle polemiche suscitate per il divieto all’accesso della mostra ai minori di 18, a causa di tre opere ritenute blasfeme, crediamo che sia da cogliere il segnale lanciato dall’Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. In questo senso, l’iniziativa si può inserire in una volontà positiva di confronto e dialogo con l’articolata comunità gay milanese, che ricordiamo è la più importante e numerosa d’Italia.  Come Arcigay chiediamo quindi all’assessore e critico d’arte di fama internazionale di organizzare assieme una visita guidata che sia rivolta ad una delegazione composta da esponenti della comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale, transgeder), nazionale e milanese, e da   illustre personalità omosessuali che si sono particolarmente distinte nelle loro professioni e che hanno reso Milano Capitale nel mondo, in molti settori professionali, sociali e culturali.

Aurelio Mancuso presidente Arcigay – Paolo Ferigo Presidente Cig comitato provinciale Arcigay Milano

MOSTRE: ‘ARTE E OMOSESSUALITÀ’, VIA PROVOCAZIONI E DIVIETO (ANSA)
MILANO, 10 LUG – Via le immagini troppo provocatorie, via il divieto ai minori. L’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio sgarbi, ha deciso di togliere il divieto ai minori di 18 anni per l’ingresso alla mostra ‘Arte e omosessualità’ inaugurata ieri sera al palazzo della Ragione di Milano, e già oggetto di aspre polemiche.
Lo ha annunciato lo stesso critico d’arte, oggi in apertura di un’altra mostra, dedicata all’Arte italiana 1968-2007 – pittura’. La precauzione per i minorenni e’ stata tolta dopo la decisione di Sgarbi di eliminare dall’esposizione due delle tre opere considerate più provocatorie. La prima e’ quella di Paolo Schmidlin, intitolata ‘Miss Kitty’, un vecchio seminudo con parrucca biondo platino e calze autoreggenti, la cui fattezze del volto ricordano Papa Benedetto XVI. Un’altra e’ una manipolazione della famosa fotografia rubata di Sircana fermo con la macchina vicino a un transessuale, che nell’ opera e’ trasformato in Gesù (quest’opera era già stata tolta). La terza opera, che invece resta, e’ l’ ‘Ermafrodita’ di Paul Schmidt: un uomo nudo con bene in vista un sesso femminile.
Sgarbi ha anche annunciato che l’opera che ricorda il Papa e’ stata comprata da lui stesso, ”e – ha detto- ne faro’ quello che voglio, probabilmente la metterò in ufficio o in altri luoghi privati”. (ANSA)