Tutti gli articoli di Lorenzo Lupoli

SCENDIAMO IN PIAZZA!

Il movimento LGBTQIA+ scende in piazza per protestare contro l’affossamento del DDL Zan
I numeri della votazione con cui il Senato ha affossato il DDL Zan pochi giorni fa sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga parte contraria all’affermazione dei diritti e delle tutele per la comunità LGBTQIA+, secondo il casalasco Lupoli Lorenzo, Presidente del Comitato territoriale Arcigay Cremona “La Rocca”, associazione LGBTQIA+ che da anni organizza eventi e iniziative anche sul nostro territorio.

La comunità LGBTQIA+ di tutto il Paese ancora una volta è stata denigrata e umiliata da una decisione che di fatto ha messo la parola fine alla discussione e all’approvazione del DDL Zan, legge che prevedeva l’estensione delle aggravanti, già presenti nella legge Mancino, anche per gli atti discriminatori e le violenze subite per abilismo, genere, identità di genere e orientamento sessuale.

La scena agghiacciante a cui tutta Italia e il mondo intero hanno assistito mercoledì scorso, dopo la votazione al Senato, dei e delle parlamentari di destra esultanti ci indigna e restituisce un’immagine di una classe politica meschina e retrograda che si è opposta fino alla fine all’approvazione ad una legge efficace anche se frutto di un compromesso, che avrebbe reso il nostro Paese più civile, moderno e umano – prosegue Lupoli.

L’indignazione per quanto accaduto al Senato insieme alla solidarietà trasversale verso la nostra comunità, che si sta diffondendo su tutti i territori, ci fa capire che il Paese è dalla nostra parte, quella dei diritti. Per questo il mio appello è a proseguire la mobilitazione, a partire dalla partecipazione al flash-mob di sabato 30 ottobre dalle 13:30 alle 14:30, che si terrà presso i giardini di Piazza Roma a Cremona. Un’iniziativa organizzata dal Comitato Cremona Pride, Arcigay Cremona “La Rocca” e Collettivo studentesco il Megafono.

Un appello rivolto a tutta la cittadinanza, alle istituzioni, alle forze politiche e sociali, alle associazioni e ai sindacati, a tutt* coloro che vogliono unirsi alla lotta per i diritti e le tutele di chi è considerat* ancora cittadin* di serie B, perché i diritti o sono di tutt* o sono privilegi. Questo Parlamento – conclude Lupoli – non è stato all’altezza delle sfide di questo tempo, l’argine all’omobitransfobia continuerà a porlo il Paese, le associazioni, le reti informali e tutte le persone impegnate al nostro fianco, non lo Stato che ancora una volta ci considera invisibili e si gira dall’altra parte. Grazie a chi fino a ora si è battuto con noi, a tutti gli altri consegniamo la nostra vergogna.

QueerLab, ripartiamo insieme!

Laboratorio di formazione per attivistə LGBTI+ e volontarə di Arcigay condotto da Lorenzo Lupoli.

Domenica 17, alle 16, vi aspettiamo nella nostra sede di via Speciano 4, per un pomeriggio insieme.

‘QueerLab’ è un laboratorio esperienziale di formazione, della durata di 3 ore (dalle 16 alle 19) con attività di gruppo basate sulle metodologie dell’educazione non formale con l’obiettivo di coinvolgere e stimolare attivistə LGBTI+ e volontariə di Arcigay nella partecipazione alle attività di programmazione associativa.

L’ingresso è riservato a socə Arci/Arcigay, sarà possibile fare la tessera o rinnovarla prima del laboratorio ed è necessario avere il Green Pass.

Per maggiori info: cremona@arcigay.it

Dall’Assessore Salvatore parole gravi e inaccettabili

Di seguito il Comunicato Stampa di Lorenzo Lupoli, Presidente di Arcigay Cremona “La Rocca”.

“Le dichiarazioni dell’assessore Salvatore, durante la discussione in consiglio comunale sulla mozione a sostegno del ddl Zan presentata da CNC-Vappina, sono gravi e inaccettabili. Salvatore, nel suo ruolo istituzionale, dovrebbe rappresentare l’intera cittadinanza nel rispetto della laicità delle istituzioni, comprese le persone lgbti denigrate dalle sue parole di intolleranza e ostilità. L’assessore, inoltre, ha mostrato scarsa conoscenza di un fatto storico avvenuto il 17 maggio del 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

L’approvazione alla Camera dei Deputati della legge contro l’omobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, avvenuta nel mese di novembre dello scorso anno, è stato un primo passo verso l’approvazione definitiva del provvedimento. La legge, il cui relatore è l’onorevole Zan, deve essere approvata al Senato ma sappiamo non sarà un passaggio scontato per l’opposizione delle destre che si è già manifestata nel dibattito alla Camera.

In particolare i/le rappresentanti di Lega e FDI, negando l’esistenza dell’emergenza sociale causata dal fenomeno dell’omobitransfobia, hanno perso un’occasione per rendere la destra italiana più civile e rappresentare degnamente le persone lgbti del loro elettorato. Un’occasione che ha perso anche la giunta Bongiovanni, durante l’ultimo consiglio comunale, utilizzando argomentazioni basate su fake news che qualsiasi cittadino/a casalasco è in grado di verificare.

Nel nostro Paese viene denunciata una violenza di stampo omobitransfobico ogni tre giorni: questo è quanto emerge dal report che ogni anno Arcigay pubblica in occasione del 17 Maggio, Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, con 120 casi censiti dalla rassegna stampa negli ultimi dodici mesi che emergono tra quelli denunciati e resi notiziabili. Quest’anno, in particolare, se da un lato i mesi di lockdown hanno invisibilizzato o rarefatto gli episodi nei luoghi pubblici o nelle strade, dall’altro ci sono segnali drammatici che giungono dai contesti familiari, laddove il conflitto, esattamente come accade per le altre forme di violenza domestica, è stato compresso.

L’aspetto più drammatico di questo fenomeno è che di omobitransfobia si muore nel nostro Paese, lo dico con dolore e rispetto verso chi non ce l’ha fatta, perché si tratta di storie che oltrepassano i filtri complessi e opportuni che hanno i suicidi, nel racconto mediatico. Per questo il mio pensiero va a tutte le persone che dell’omobitransfobia portano le ferite o che non ci sono più e l’impegno di Arcigay nel percorso del Cremona Pride è anche per riscattare loro.”

“Il Comitato Cremona Pride – dichiara il presidente Mario Feraboli – stante le dichiarazioni dell’assessore Salvatore, ribadisce con forza la necessità e l’urgenza della propria azione. Esserci per dimostrare l’inadeguatezza di posizioni come quelle espresse giustificandole con il mantra della libertà di pensiero che va coltivata e ricercata con la conoscenza e il rispetto. Il contrario di ciò che abbiamo ascoltato e visto durante l’ultimo consiglio comunale a Casalmaggiore. Per questo, a gran voce, diciamo: via l’omobitransfobia dalle istituzioni”.

#NoBULLying – IDAHOBIT, ricorrenza importante

Arcigay Cremona La Rocca esprime gratitudine per il messaggio del Capo dello Stato che ci ricorda come sia importante «ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea».

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Queste le parole del Presidente Mattarella in occasione del 17 Maggio, Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, una ricorrenza importante per tutta la comunità lgbti, in cui celebriamo il momento in cui l’Oms depennò l’omosessualità dall’elenco delle malattie.
Una violenza di stampo omotransfobico ogni tre giorni: questo è quanto emerge dal report che come ogni anno Arcigay pubblica in occasione del 17 maggio. Sono 120 i casi censiti dalla rassegna stampa degli ultimi dodici mesi che emergono tra quelli denunciati e resi notiziabili. Quest’anno, in particolare, se da un lato i mesi di lockdown hanno invisibilizzato o rarefatto gli episodi nei luoghi pubblici o nelle strade, dall’altro ci sono segnali drammatici che giungono dai contesti familiari, laddove il conflitto, esattamente come accade per le altre forme di violenza domestica, è stato compresso.

Per Lupoli – presidente di Arcigay Cremona – è importante sottolineare due aspetti. “Il primo, che si evince dalla lettura del report, è quello della persecuzione: le persone lgbti nei contesti di discriminazione sono prese di mira, la violenza non è per loro un’esperienza eccezionale, episodica, bensì ricorrente. In alcuni casi le persone lgbti sono costrette a cambiare casa per scappare dai contesti ostili. L’omobitransfobia è un’esperienza quotidiana, una sorta di monito che opprime le persone lgbti imponendo loro, molto spesso, comportamenti atti ad aggirarla o prevenirla: esistenze come queste sono corse a ostacoli, intollerabili in un Paese civile. Il secondo è ancora più drammatico: di omobitransfobia si muore nel nostro Paese, lo dico con dolore e rispetto verso chi non ce l’ha fatta, perché si tratta di storie che oltrepassano i filtri complessi e opportuni che hanno i suicidi, nel racconto mediatico, ma chissà quante altre storie con lo stesso tragico finale si sono consumate nell’indifferenza e nel silenzio”. Per questo – prosegue Lupoli – il mio pensiero va a tutte le persone che dell’omobitransfobia portano le ferite o che non ci sono più ma penso anche alle ragazze e ai ragazzi cacciati di casa, che spesso trovano reti informali pronte a sostenerli: la nostra quotidiana battaglia è innanzitutto per riscattare tutte e tutti loro.

Da quest’anno Arcigay Cremona aderisce al progetto #NoBULLying con lo scopo di promuovere una cultura delle differenze e contrastare ogni forma di discriminazione e violenza legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere, per favorire il superamento delle disuguaglianze secondo i principi espressi dall’art.3 della nostra Costituzione. Il progetto del MIUR, in collaborazione con Gay Center, con scuola capofila l’I.I.S.S. G.Ferraris di Molfetta (Bari), è finalizzato alla promozione dei servizi dell’associazione, come la linea telefonica Gay Help Line e la chat Speakly, e si svolge grazie a una rete di volontarie e volontari di Arcigay opportunamente formati. La scuola costituisce uno spazio di socializzazione in cui si possono manifestare atteggiamenti e comportamenti discriminatori, basati su pregiudizi e stereotipi, fino al verificarsi di episodi di bullismo motivati dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere di chi ne è vittima. Questo significa – conclude Lupoli – che combattere l’omobitransfobia a scuola è fondamentale, perché i luoghi della formazione sono al centro del processo di costituzione dell’identità per milioni di giovani che popolano le scuole del nostro Paese.

#NONUNPASSOINDIETRO

Esprimiamo la nostra soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa di sabato 15 maggio, giornata in cui tutto il Paese si è mobilitato per sostenere l’approvazione del DDL Zan contro l’omobitransfobia, la misoginia e l’abilismo.

Da Aosta a Vittoria (RG), l’Italia rainbow di #nonunpassoindietro

Anche Cremona si è mobilitata con un’iniziativa promossa da Arcigay Cremona ‘La Rocca’ e Comitato Cremona Pride, che si è svolta nel cortile Arci, grazie alla collaborazione e all’ospitalità del Circolo Arcipelago.
Nella prima parte si sono susseguiti gli interventi a cura degli organizzatori, mentre alle 17 c’è stato un flashmob con gli slogan Non un passo indietro e DDL Zan scritti sui cartelli tenuti il alto dai partecipanti.


Dal palco della manifestazione è intervenuto Feraboli Mario che ha presentato il Comitato Cremona Pride, Bellini Stella, consigliera comunale, prima firmataria della mozione approvata in Consiglio Comunale a sostegno della legge, Noci Claudia, Presidente di Arci Cremona.

Le conclusioni sono state di Lupoli Lorenzo, Presidente Arcigay Cremona che ha ribadito l’importanza di questa lotta per l’approvazione di una norma di civiltà. Il DDL Zan, approvato dalla Camera dei Deputati nel novembre dello scorso anno, è in attesa di essere discusso al Senato nonostante l’opposizione delle destre e dei movimenti integralisti.
Per questo – ha concluso Lupoli – noi non faremo un passo indietro.